In questo articolo parlerò di un problema tanto diffuso quanto di non facile risoluzione senza un aiuto esterno. Alcune persone sono ossessionate dal bisogno di controllare ogni cosa, pretendono che tutto vada secondo quanto loro stabilito. Non riescono a rilassarsi nemmeno per un momento e vogliono dettar legge su tutto e tutti; sono quelle persone che devono assolutamente programmare tutto: la loro vita è una grande agenda e se qualcosa va storto rispetto a questa agenda si possono creare vere e proprie reazioni di ansia o addirittura panico, poiché ogni cosa non prevista viene vissuta come una probabile minaccia che deve solo essere allontanata. Chi si approccia al quotidiano in questo modo, fa di tutto per evitare che i propri programmi vengano modificati, sforzandosi di ripeterli sempre nello stesso modo.
Ti è mai capitato di avere a che fare con una persona così? O sei tu stesso una persona così??
Le persone maniache del controllo sono perfezioniste, iper-vigili e vivono sempre in allerta, poiché temono che qualcosa possa andare storto. Sostanzialmente è un tentativo messo in atto al fine di gestire l’imprevedibilità del comportamento altrui o delle situazioni che ci ritroviamo a vivere. Questo significa che dietro tale mania si nasconde una determinata paura: quella di fare errori, come se questi ultimi non fossero ammessi; vi è quindi la grande illusione che, cercando di evitare gli imprevisti, non avremo sorprese e tutto sarà ordinato e prevedibile. Il controllo può essere agito anche nell’ambiente in cui si vive attraverso l’ossessione per l’ordine e la pulizia. O anche nei confronti delle proprie relazioni interpersonali, quando si cerca di trasformare l’altro nel modello che riteniamo giusto e cerchiamo d’influenzarne pensieri e comportamenti per farlo entrare nei nostri schemi
Questo modo di porsi viene visto da alcuni come un segno di responsabilità e organizzazione, quindi di forza…e invece è tutto il contrario! È un segno di grande fragilità e paura..
Ma siamo proprio sicuri che il verso problema del “Controllore seriale” sia quello di rendere tutto programmato e prevedibile affinché la vita fluisca in modo più leggero e facile?
MA ANCHE NO!!
Il punto infatti è questo:
NON E’ ASSOLUTAMENTE VERO CHE PROGRAMMARE TUTTO FACILITA LA VITA…ANZI! LA COMPLICA PESANTEMENTE!
Infatti dover programmare tutto fin nei minimi dettagli toglie spontaneità e leggerezza all’esistenza e la appesantisce con zavorre che non ci permettono di godere del qui ed ora. il cervello del programmatore seriale è costantemente rivolto al futuro e alle cose che deve fare, al punto che anche quelle rare volte che si concede uno svago lo fa con la testa proiettata a quello che dovrà fare subito dopo. La parola “piacere” infatti non esiste nel vocabolario dei programmatori seriali, se non per essere inserita nel noto motto “Prima il dovere poi il piacere”. Il problema è che per il piacere il tempo non resta mai, perché le incombenze di cui ci dobbiamo occupare sono potenzialmente infinite.
Paradossalmente, tra l’altro
PIU’ PROGRAMMI E PIU’ RISCHI DI SBAGLIARE O D’INCORRERE IN IMPREVISTI
Questo per due semplici ragioni:
- La prima, come vedremo meglio dopo, è che l’imprevisto fa parte della vita e non possiamo evitarlo. Solo che se non lo accetti e lo combatti, inevitabilmente ti ci scontrerai bruscamente, con conseguente rabbia, frustrazione e un enorme spreco di risorse.
- La seconda è che stare perennemente tesi e rigidi, pronti a captare imprevisti e ostacoli…ce li farà inevitabilmente trovare!! E questo perché l’iperattivazione del nostro sistema di allerta ci porterà a creare noi stessi ostacoli e difficoltà e ci renderà molto più inclini all’errore. Sappiamo bene che in un’attività sportiva, ma anche mentale, l’ansia da prestazione rischia di compromettere seriamente il raggiungimento di un certo risultato.
Quindi, tornando alla domanda di cui sopra “Ma siamo proprio sicuri che il verso problema del controllore seriale sia quello di rendere tutto programmato e prevedibile affinchè tutto fluisca in modo più leggero e facile?”. Abbiamo già risposto MA ANCHE NO! E questo perché è giunta l’ora che il programmatore seriale impari a GUARDARE OLTRE a ciò che ha tentato di nascondere attraverso il suo controllo massivo sul suo mondo. Quello che il programmatore seriale cerca di tenere sotto controllo non sono gli eventi esterni, perché razionalmente sa benissimo che non può controllare alcunchè, anche se gli piace convincersi di ciò. Quello che davvero tenta di controllare è il suo mondo interno: ovvero?
- Parti di sé non accettate, o rinnegate, perché giudicate sconvenienti o negative da sé stessi o dalla propria famiglia;
- emozioni e istinti che giudichiamo sbagliati e da reprimere;
- modi di essere e vivere che sono diverse, spesso opposte, da ciò che fino a quel momento abbiamo sempre creduto di essere.
È questo che spesso cerchiamo di gestire ad esempio tenendo un iper-ordine o una iper-pulizia nel nostro ambiente circostante, nell’illusione che così terremo sotto controllo parti di noi giudicate sporche e che non ci accorgiamo neanche di avere al punto che operiamo una proiezione sugli altri per poi disprezzarli o additarli se capita.
Come uscirne quindi?
- Regola uno: LASCIAR ANDARE
Dobbiamo imparare a lasciare andare, ovvero guardare senza necessariamente intervenire.
Significa imparare che quasi nulla è davvero sotto il nostro controllo. Prendere atto che la vita fluisce in una direzione tutta sua sulla quale non possiamo avere alcun controllo. è quello che i taoisti chiamavano Wu Wi, ovvero la capacità di “guardare senza intervenire”, “agire senza agire”, ovvero limitarsi a osservare senza per forza dover cercare soluzioni razionali. Smettere di agire, ma seguire quello che è il flusso delle azioni. Lasciar accadere ciò che accade, affidarsi. Questo è uno dei pilastri fondamenti del mio approccio Evoluzione Interiore Psicosomatica (EIP) perché solo se ci abbandoniamo e smettiamo di lottare potremo pensare di andare da qualche parte. Altrimenti siamo come il barcaiolo che rema controvento e dopo varie ore ha fatto solo qualche metro, con conseguente frustrazione, dispendio energetico o finanche esaurimento nervoso. Dedico un corso interamente a questo argomento del lasciar andare: “Il TAO e la via dell’acqua che scorre”. Comincia quindi a mollare la presa, a piccole dosi omeopatiche, partendo dalle cose che ti creano un livello moderato di stress per poi arrivare a quelle che te ne creano uno più elevato.
- Regola due: ACCETTA TE STESSO E LE TUE EMOZIONI
Anche questo è uno dei pilastri fondanti di EIP e del metodo REQ che ne deriva (Riequilibrio Emozionale Quantico): che io accetti o meno le mie emozioni, queste rimangono nel mio campo mentale. E siccome le emozioni le produco io (o meglio, le produce involontariamente il mio mondo interiore) lottare contro le emozioni vuol dire lottare contro me stesso. E secondo voi chi è che perde?
- Regola tre: LASCIA ANDARE IL PERFEZIONISMO E ACCETTA DI SBAGLIARE
Nessuno sarà mai esente da errori. è matematicamente IMPOSSIBILE. Gli errori e le imperfezioni sono insiti nella natura umana, semplicemente perché l’essere umano è stato creato libero, anche si commettere errori. e gli errori, in ogni caso, non sono altro che esperienze che in un modo o nell’altro ci occorrono per la nostra evoluzione. come faccio dire spesso in un mantra “FALLIMENTI ED ERRORI NON ESISTONO: ESISTE SOLO ESPERIENZA”. Sulla base degli errori sono progredite intere civiltà, scoperte, innovazioni, che sono nate dalle ceneri di sbagli precedenti. L’errore quindi non rappresenta una catastrofe né tantomeno un segno di disonore o di inettitudine.
- Regola quattro: CAMBIA ABITUDINI
È fondamentale avere chiaro questo concetto. Il mio cervello è un organo PLASTICO, che muta al mutare delle condizioni in cui mi trovo a vivere. Il punto è che se io faccio sempre gli stessi percorsi, compio sempre le stesse azioni, frequento sempre gli stessi posti, l’energia della vita non fluisce dentro di me, e nulla potrà più stupirmi o sorprendermi, aprendo le porte ad apatia e umore depresso. E allora comincia a fare le cose in modo diverso…o in ordine diverso. Invece di alzarti, lavarti, fare colazione e poi vestirti fai queste azioni in un ordine diverso; mangia qualcosa di differente a colazione; metti un vestito che non indossi da tempo perché magari lo vedi inopportuno o ti vedi brutto; cambia strada per andare a lavoro … e così via. Il cervello forma nuove connessioni solo se stiamo nello stupore e nella novità, non certo nella piattezza e nel darsi per scontati
- Regola cinque: CONCEDITI IL PIACERE
Come conseguenza della regola precedente, se io resto saldamente attaccato a un certo programma emi impongo di portarlo a termine entro fine giornata, ecco che non rimarrà molto spazio per i piaceri. E invece sono proprio loro i motori dell’esistenza! Senza il piacere la vita diventa pesante, ripetitiva, stagnante, vampirizza l’energia e spegne l’entusiasmo. Comincia quindi a coltivare quella che io chiamo “l’ora sacra”. Devi darti un appuntamento, come se fosse un impegno lavorativo, qualcosa di serio che non puoi saltare, un impegno vero, chiaro, preciso e puntuale, ma stavolta con te stessa invece che con le solite incombenze. Per cui decidi esattamente cosa farai, dove, come e quando. Ovvero mi occupo, in quel tempo, SOLO ED ESCLUSIVAMENTE di ciò che amo fare. Chiudo il telefono, o quantomeno elimino le notifiche e ci sono solo io.
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(dott.ssa Chiara Pica – iscriviti al mio canale YouTube http://www.youtube.com/c/DottssaChiaraPica.
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