Cos’è l’amore

l’amore sa attendere senza invadenza, non urla e non grida, ascolta se parli, tace se vuoi silenzio, sa cogliere il bisogno di un abbraccio o sa esplodere in un turbine di passione, sa sopportare con pazienza, sa dare spazio senza pretenderlo per sé; esso non controlla e non toglie libertà, bensì la dona alla tua vita, non toglie spazio e respiro alla vita dell’altro pretendendolo solo per sé, bensì lo sa offrire; l’amore non è possesso né bramosia, non è dipendenza né attaccamento, bensì è discreto sostegno: è un cammino in cui non si usa l’altro come qualcosa di cui si abbisogna come l’aria, ma in cui ci si accompagna guardandosi un po’ l’un l’altro, compenetrandosi l’anima, e un po’ verso un comune orizzonte, condividendone un percorso; è saper essere sé stessi pur essendo con l’altro, è prima di tutto amare sé stessi mettendo questo amore in un tutto che è più della somma delle parti, ma in cui le parti continuano a esistere per sé stesse: due persone che, pur distinte, sanno creare una unione complice che va oltre la singola individualità, e non una fusione simbiotica in cui questa individualità si va disperdendo lasciando il proprio sé vuoto e inconsistente: ove il sé si perde, ove esso si dissolve, lì non esiste amore, bensì una sottile e lenta forma di morte di noi stessi.

Perché l’amore non è un qualcosa che è dato, già lì pronto senza far nulla, l’amore non si limita alla chimica tra due corpi, all’attrazione tra due sostanze, non è solo comunione d’interessi e hobby… l’amore è una complicità forte e stretta che si costruisce giorno dopo giorno, lentamente, conoscendo i recessi del cuore dell’altro, dalle sue meraviglie alle cose più brutte, immaginando la vita con l’altro, scrutando nella sua anima attraverso i suoi occhi, condividendo esperienze, discutendo di argomenti, parlando insieme di cose possibili e immaginate, più o meno lontane, più o meno vicine, immaginando come poter costruire qualcosa insieme, progettando scenari, facendo l’amore, scambiandosi passione sfrenata e dolci tenerezze, scoprendo luoghi insieme, osservando orizzonti, attraversando strade e costruendole ove esse finiscono. Tutto questo si costruisce col tempo e nel tempo, non è mai dato, è un qualcosa che puoi provare solo se sei disposto a spogliarti di te stesso e aprirti alla sua forza trasformativa, che è forza di cambiamento.

È una forza alla quale, per provarla davvero, bisogna abbandonarsi, denudarsi di sé, delle proprie difese, dei propri schemi, dei propri preconcetti e delle proprie paure, delle sovrastrutture messe su dalla vita e nella vita, dalle relazioni passate, dalla famiglia d’origine, perché l’amore ti denuda del vecchio e ti veste di nuovo, ma non può penetrare in chi vive di calcolo e paure, in chi teme di cambiare, in chi si difende, in chi lascia parlare solo la ragione e mette il bavaglio al cuore. L’amore è un qualcosa che ha anche fare con quella che alcuni studiosi definiscono “l’intelligenza del cuore” cioè una passione incanalata, meditata, una scelta consapevole di quello che si vuole dalla vita e come la si vuole.

L’amore implica una profonda conoscenza di sé e un profondo abbandono a esso, implica vulnerabilità, implica rischio, il rischio di togliersi ingombranti vestiti e rimanere con l’anima nuda, nuda agli occhi dell’altro, pronta al rischio di essere ferita, non compresa, tradita. E non è un qualcosa che si può provare se si ha paura di cambiare vita, se si ha paura dei rischi, delle implicazioni, delle ripercussioni. Se si temono queste cose l’amore non ci potrà mai attraversare, non potremo sentirlo dentro di noi, perché esso richiede un abbandono personale, uno spogliasi e un mettersi a nudo che le persone schematiche, razionali, controllate, calcolatrici non possono provare, a meno che non decidano di lasciare i loro schematismi dietro di sè. Per provare davvero sentimenti profondi, intensi, per provare davvero l’amore, bisogna essere il più possibile coscienti di sé, di quello che abbiamo dentro, dei nostri limiti, dei nostri stati d’animo più reconditi e antichi, che riversano la loro eco sul nostro presente…perché non essere a contatto con la propria interiorità profonda allontana da sé stessi e di sé stessi rende schiavi, perché ciò che non conosciamo diventa anche fonte di timore…

L’amore, i sentimenti intensi e veri, sono consapevolezza: senza di essa sono solo emozioni che ci invadono, forme senza forma alcuna. E consapevolezza non è una forma di ragionamento, non è razionalità, non è nulla di condizionato dai nostri schemi costruiti negli anni e nelle esperienze di vita: la consapevolezza è autentico contatto con il Sé; perché se non siamo in contatto profondo con noi stessi potremo avere solo un vago sentire, come attraversati da qualcosa d’indistinto e indefinito, come un sussurro senza nome, uno sguardo senza occhi, un pensiero senza parola

E l’amore non rispetta alcuno schema precostituito, non segue linee già tracciate, non si rifà a storie già vissute, ma reinventa costantemente sé stesso: a volte ti sfonda la porta di casa, altre volte è prudente e rispettoso e cammina in punta di piedi; non rispetta alcun tempo perché è fuori di esso, può esplodere subito o necessitare di un lungo cammino, a seconda di quanto si è davvero pronti a viverlo: perché esso è una forza che non si lascia imbrigliare da schemi, esso non segue copioni né ricette, né prescrizioni né cliché, esso vuole essere libero da corazze difensive, vuole andar leggero come un gabbiano in volo o un cavallo senza briglie; non vuol rispondere a logiche costruzioni della limitata mente umana, non vuol rispondere a paure o timori, non è una strategica partita a scacchi: è abbandono di sé oltre ogni paura, oltre ogni limite conseguenza, arriva come occasione che vi dà la vita per squilibrare le vostre certezze e rinnovare la vostra esistenza e per questo non lo si può sentire dentro di noi se non siamo davvero liberi, perché non abbiamo orecchi per sentirlo od occhi per vederlo: al massimo possiamo percepire qualcosa, un trasporto, un innamoramento, una infatuazione…ma se non ci spogliamo di noi stessi non potremo sentire l’amore, ed esso non fa miracoli se non siamo disposti ad aprirci a esso e al suo travolgente potere di cambiamento. L’amore nasce nella libertà, non verrà mai ad aprire la nostra prigione se non siamo noi per primi a volerne uscire: non fa miracoli, se non permettiamo a noi stessi al miracolo di avere luogo dentro di noi.

DOTT.SSA CHIARA PICA

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