A volte la vita imprime nel cuore dell’uomo un tale senso di vuoto, smarrimento e perenne senso di insoddisfazione, tali che niente e nessuno, se non noi stessi con le nostre forze e la nostra voglia di far emergere noi stessi, possiamo riuscire a colmare ed appagare. Chi decide di non lottare contro i propri fantasmi, li vedrà spesso riemergere dalle nebbie antiche nel loro perenne tentativo di far sentire la loro voce disperata.
Spesso il passato è crudele, imprime come un marchio a fuoco il segno di esperienze che sono penose e difficili da sopportare. Sono esperienze che ci rimandano continuamente un’immagine di fallimento, di mancanza di forze. La vita ci appare sempre priva di senso, a noi incomprensibile, spesso le giornate si susseguono sempre uguali a loro stesse, sempre tremendamente pesanti, con le stesse azioni oramai stereotipate. L’entusiasmo vive dentro di noi solo come una piccola fiammella di un lume che una folata di vento rischia di spegnere. Molte cose risultano pesanti, gravano su di noi come fardelli insopportabili che al solo pensiero ci fanno venire l’emicrania, perché non siamo stati presi davvero per mano al momento opportuno…e ora ne abbiamo ancora tremendamente bisogno. Gli stimoli esterni non sembrano mai sufficienti a colmare un vuoto che negli anni è diventato come un baratro di cui dall’alto non si riesce a scorgere il fondo e se solo tentiamo di sporgerci troppo veniamo assaliti dalle vertigini.
Stiamo lì fermi, sul terrazzo del nostro Io e davanti a noi estese terre sconosciute da cui provengono immagini di angoscia e di frustrazione. Ma lo spettacolo è pesante da sopportare, allora è meglio tornare dentro e chiudere le imposte: rifugiarsi e chiudersi in sé stessi pare a volte l’unico modo per non soffrire, per cercare di dimenticare quei fantasmi che urlano dentro di noi. Il fantasma di un bimbo morto dentro perché non abbastanza appagato dalla sua infanzia, perché non è stato preso per mano lungo la strada della vita. Quel bambino urlante ci inquieta troppo per starlo a guardare, pare quasi uno di quei terribili bambini dei film dell’orrore, che ci osservano con occhi imploranti, senza emettere suono, che vogliono dirci qualcosa che noi non riusciamo a capire, che magari ci tendono la mano per portarci chissà dove. Chiudere le imposte non serve a scacciare questi spettri, essi restano dietro la finestra, rimandando continuamente immagini di impotenza e tristezza. Finchè non ci decidiamo di guardare dritto in faccia quel bambino, finchè non cerchiamo di capire cosa vuole, egli non troverà mai pace e non abbandonerà mai i recessi della nostra mente.
Non è fuori di noi che possiamo credere di trovare la felicità, non è nella spasmodica ricerca di qualcosa che nemmeno noi conosciamo, che possiamo trovare la strada. Se non ci liberiamo dei nostri fardelli non potremo apprezzare che ogni giorno è diverso dal successivo, che ogni giorno ha qualcosa di speciale, anche se piccolo e banale, per cui vale la pena sprecare un sorriso. Ma è dentro di noi che dobbiamo sorridere, prima ancora che fuori. Nessuno e niente potrà darci una felicità e un appagamento completo che solo noi stessi possiamo riuscire a darci, riscoprendo quel nucleo originario che appartiene a tutti noi. Immergiamoci nel nostro caos invece di voltarci dall’altra parte, ascoltiamo quel che vuole e cerchiamo di mettere ordine. Non importa da dove si inizia, l’importante è cominciare, e il senso di impotenza perderà giorno dopo giorno la sua potenza annichilante. A volte abbiamo la fortuna di trovare persone che cercano di farci vedere coi loro occhi la bellezza della vita, coi loro sorrisi la luce del sole, con la loro gioia l’entusiamo del vivere ogni giorno…e magari quelle persone ci fanno da specchio per vedere che le cose belle in cui noi stessi abbiamo smesso da tempo di credere, perché nemmeno abbiamo più idea delle ricchezze che possediamo. Ma nessuno fa miracoli, se noi stessi non ci crediamo davvero, perché gli altri, o un evento vissuto, possono solo essere dei tramiti, degli specchi da cui guardarci meglio, ma se noi stessi non ci convinciamo fino in fondo che quel che vediamo è reale il vero miracolo della rinascita non potrà avvenire.
Dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia con forza ciò che ci spaventa a morte, e dopo averlo guardato, capito, ma più di tutto affrontato, allora quei fantasmi smetteranno di tormentare la nostra esistenza, ci sentiremo leggeri come uccelli che volano in cielo, godremo di ogni piccola gioia che la vita ci dona, il sole squarcerà le tenebre in un’alba di luce. Allora le difficoltà della vita non ci apparirannopiù ome montagne invalicabili, perchè avremo la forza dentro di noi di superare ogni ostacolo. Ne vale la pena, la rinascita che noi stessi possiamo fare, riemergendo dalle nebbie del nostro antico passato, quello è il vero miracolo.
Ritroviamo noi stessi solo guardandoci dentro davvero; solo nel più profondo di noi possiamo trovare la vera felicità
(dott.ssa Chiara Pica)