Mi piace parlare del percorso di crescita personale come un cammino iniziatico di profonda trasformazione, di morte e rinascita. E per questo non tutti si sentono davvero pronti a mettersi in viaggio e non tutti sono in grado di portarlo a termine realmente: senza la profonda disponibilità a lasciar morire qualcosa di sé nessun cammino può iniziare, nessuna evoluzione può compiersi. Solo se si è disposti a scendere nel profondo di sé, a guardare in faccia ciò che ci spaventa, le nostre parti ombra, è veramente possibile uscire vittoriosi e trasformati. La morte ci pone dinanzi alla caducità dell’esistenza, ci fa sentire fragili e impotenti in un mondo che invece ci vuole efficienti e potenti.
Esorcizziamo la morte da che l’essere umano è su questa terra, e lo vediamo bene, come Halloween e tutti i rituali legati alla morte e al morire sono un modo per tenere a bada questa ancestrale paura. Eppure vediamo anche come, in molti miti e culture, l’ingressi nell’Ade, nel regno dei morti, sia un passo imprescindibile per una rinascita. Ulisse nel suoi viaggio è dovuto scendere nel regno dei morti; Enea è disceso nell’Averno; in Orfeo ed Euridice, morta Euridice a causa del morso di un serpente, Orfeo, confidando nel potere della sua arte, scende agli Inferi e persuade gli dèi Ade e Persefone a lasciar libera Euridice. Oppure i due viaggi di Odino, il dio sovrano del mondo norreno, nei mondi sotterranei…e Gesù che discende nel mondo dei morti per poi risorgere il terzo giorno. Il viaggio nell’aldilà si configura sempre come un viaggio iniziatico. Nell’antica Grecia nel periodo equinoziale d’autunno si svolgevano i riti dei Grandi Misteri Eleusini. Durante questi riti si ripercorreva il mito del ratto di Proserpina, la bellissima figlia di Demetra rapita da Ade e portata negli inferi. Gli iniziati dovevano ripercorrere, dopo un rituale e un pasto sacro, la discesa nel mondo sotterraneo, guidati solo da una fiaccola. Nei misteri di Mithra al quinto grado di iniziazione, il portatore della fiaccola conduce l’iniziato verso il basso indicando contemporaneamente la discesa solare dopo la porta equinoziale d’autunno e la discesa agli inferi .
La discesa nel mondo sotterraneo dopo aver “fatto il pieno” di luce nello zenit del percorso solare durante il solstizio e durante l’apice energetico del Sol Leone è un momento cardinale della vita interiore. Si porta con sé, interiormente, la luce accumulata nella stagione estiva in una discesa nel profondo mondo ctonio, infero ma anche primordiale, quello dove affondano le radici e dove va piantato il seme che dovrà schiudersi per la futura rinascita. Non è un caso che l’archetipo della caverna, dell’antro sotterraneo, facciano parte dei miti e del folklore di molte culture. La caverna, la grotta, l’antro buio indicano una discesa che preannuncia una risalita sotto altre vesti: Gesù nasce in una grotta, non in una stalla, esattamente come il dio Mitra. La grotta rievoca il ventre materno il luogo buio dove dobbiamo stare per un certo tempo e venire alla luce in una forma diversa. L’iniziazione nell’antichità rappresentava un complesso di rituali e cerimonie che inducevano un cambiamento radicale nell’animo di chi le riceveva. Si trattava di un processo che cominciava con la morte simbolica dell’adepto e procedeva verso la sua rinascita, liberando energie nuove.
Le iniziazioni hanno infatti a che fare con quelle parti invisibili del nostro essere, che per essere liberate hanno bisogno della morte di tutto ciò che ne impediva il dispiegarsi: sensi di colpa, senso del dovere, annullarsi per gli altri, rinunciare a sé stessi, dare peso al giudizio altrui, relazioni spente e obsolete…di tutto questo dobbiamo liberarci se vogliamo rinascere veramente. In Alchimia questo processo viene descritto attraverso la formula solve et coagula, per indicare l’evoluzione e la rigenerazione di se stessi. Solve et coagula è l’operazione attraverso cui l’alchimista può trasmutare il piombo in oro, metafora dei mutamenti che avvengono a livello spirituale durante un rituale iniziatico. La parola solve indica la rottura degli elementi, la dissoluzione degli stati negativi del corpo e della mente. Coagula sta invece per la coagulazione degli elementi dispersi nella fase di dissoluzione e indica una nuova sintesi.
Tradizionalmente, l’iniziazione viene impartita da un maestro che la conferisce solo a chi è ritenuto degno di riceverla e nel momento che egli reputa più opportuno: la natura psichica dell’adepto deve essere infatti tale da poter accogliere l’insegnamento iniziatico. Ecco perché solo pochi eletti possono essere iniziati. Inoltre l’adepto deve avere una personalità tale da poter accogliere, ed eventualmente diffondere, i contenuti dell’insegnamento che gli viene impartito.
Ecco perché mi piace parlare del percorso di crescita personale come un cammino iniziatico di profonda trasformazione, di morte e rinascita. E per questo non tutti si sentono davvero pronti a mettersi in viaggio e non tutti sono in grado di portarlo a termine realmente: senza la profonda disponibilità a lasciar morire qualcosa di sé nessun cammino può iniziare, nessuna evoluzione può compiersi. Solo se si è disposti a scendere nel profondo di sé, a guardare in faccia ciò che ci spaventa, le nostre parti ombra, è veramente possibile uscire vittoriosi e trasformati.
DOTT.SSA CHIARA PICA