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Menopausa in ottica psicosomatica come vivere al meglio il passaggio esistenziale

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L’uomo moderno ha un atteggiamento ostile nei confronti dei cambiamenti della vita.

Il semplice passaggio dall’estate all’inverno e viceversa è sufficiente a far sì che milioni di persone si sentano collettivamente frustrate e si prendano le loro influenze primaverili o autunnali.

Nelle antiche culture esistevano i riti di passaggio, fatti proprio affinché esso fosse propiziato nel miglior modo possibile. Erano riti simbolici nei quali ogni passaggio era favorito dal senso di appartenenza a una collettività che “festeggiava” il momento come una grande conquista. Oggi non solo questi riti di passaggio non esistono più, non solo l’essere umano è lasciato sostanzialmente solo ad attraversare i ponti importanti della sua vita.

Ma la menopausa assume un significato molto negativo, di decadimento, di vecchiaia, di fine dell’eros e della passione, di ossa che si rompono e di pelle che avvizzisce.

Tale è diventata la menopausa nell’immaginario collettivo, uno spettro che aleggia all’orizzonte del mondo femminile e che la medicina moderna si prodiga di spazzare via con creme vaginali anti-secchezza, pillole ormonali, integratori di calcio per vincere l’osteoporosi.

Ma siamo veramente sicuri e certi che negare questo passaggio sia la strada giusta?

Sembra così semplice far pagare al corpo tutto ciò che non ci piace. La medicina appoggiando questo gioco commette un grave errore e si preclude possibili sviluppi. Se riflettiamo sulle tesi dei ginecologi, non possiamo che rimanere esterrefatti.

Chi spaventa le donne dicendo loro che rischiano di rompersi le ossa se non ingeriscono estrogeni, dovrebbe chiedersi come abbiano fatto miliardi di donne, prima della moda degli estrogeni, a superare questo periodo senza pericolose fratture, e come vi riescano ancor oggi molte donne anziane.

La differenza, evidentemente, deve farla qualcos’altro.

E cos’è che fa la differenza, signore che leggete?

L’aver vissuto in modo PIENO, RIEMPIENTE E SODDISFACENTE il proprio lato femminile sin da quando era il momento.

E cosa significa aver vissuto il femminile?

Beh, un bel po’ di cose. Per citarne alcune:

  • Vivere appieno la propria sessualità e il proprio eros
  • Eliminare dalla propria vita relazioni spente e insoddisfacenti
  • Seguire qualcosa che riempie e appassiona
  • Valorizzarsi fisicamente nel modo opportuno (senza esagerare in ostentazioni grottesche o fuori luogo) seguendo non le mode ma la propria natura e il proprio gusto
  • Coltivare opportunamente la propria dimensione spirituale e interiore
  • Sviluppare il lato affettivo e materno del femminile, che non vuol dire necessariamente riprodursi. Si può essere madri in molti modi e di molte altre entità

Se ad esempio la dimensione di Eros non viene vissuta in modo pieno ecco che in menopausa arriveranno le vampate. Se non ci siamo date una struttura salda a suo tempo le ossa diventeranno fragili perché non hanno più nulla da supportare.

Se viene vissuta bene questa fase del tutto naturale segna l’inizio di un nuovo periodo, la nascita di una donna nuova.

Una donna che ha vissuto, ha fatto esperienze e che ora ha maturato una saggezza più profonda che la porterà ad avere un ruolo diverso. La menopausa è il momento in cui una donna può raggiungere l’apice dei suoi talenti, la massima espressione della sua creatività, della sua passionalità. Ma si può attingere a tutto questo a patto che si lasci andare la vecchia immagine di sé e che si aprano le porte al cambiamento.

È proprio il resistere e non accettare questo cambiamento che innesca tutta una serie di sintomi, in questo caso soprattutto psicologici ma che poi possono tradursi anche nel piano corporeo.

In questo senso dunque è necessario che la donna impari a recuperare il tempo perduto e si riappropri del proprio femminile, che elabori il lutto di un tempo andato e che comprenda che anche la menopausa può essere un periodo assai prolifico, e la passione può comunque essere presente.

Purché si sia disposti ad accettare che il passaggio è avvenuto e questa è una cosa che non si può cancellare né negare.

Il tempo indietro non può essere riportato. La menopausa segna la fase in cui la donna entra in sé stessa: nell’immaginario collettivo diventa la “vecchia saggia”, la “donna sciamana” che incamera sapienza e la spande agli altri.

“La consapevolezza e l’ispirazione che si possono trovare nelle donne anziane era assolutamente riconosciuta in passato e tali donne erano riverite come consigliere e come guide e la loro funzione era quella di mantenere costante il legame tra comunità e mondo spirituale. Come avveniva nell’infanzia, la donna che ha superato la menopausa focalizza tutte le sue energie in una direzione; ma invece di volgerle verso l’esterno come succedeva quando era bambina, le dirige ora verso l’interno. La fase mestruale della vita consiste in una serie di discese nel mondo interiore e le mestruazioni hanno lo scopo di portare fuori nel mondo esterno le energie creative”

(M. Gray, “Luna Rossa”)

La donna in menopausa non vive più questa ciclicità e, a un certo punto, entra nel mondo interiore e si riposa lì per sempre.

Anche nelle leggende e nelle favole la vecchia strega ha dei poteri superiori. La strega è sempre una donna anziana e, anche qualora siano più giovani, le streghe anziane sono assai più potenti e sagge.

La menopausa rappresenta una grande occasione per ogni donna di entrare in contatto con il suo sé profondo ma questo contatto viene oggi impedito dalla medicalizzazione massiccia di questa fase della vita, che si cerca di allontanare da sé per quanto più sia possibile.

La menopausa è una occasione che la vita offre a ciascuna donna di riprendere il mano la propria esistenza e liberarsi dai condizionamenti per andare verso la libertà, la verità e la pienezza.

È quindi fondamentale dare spazio, sin dal periodo mestruale, all’“oscurità” dentro di noi, ovvero le energie creative, intuitive, sessuali e selvagge, ben lontane dai condizionamenti sociali, culturali, familiari di cui si viene intrise sin da bambine, basati sull’efficienza, la produttività, la competizione, l’apparire, l’aderenza al giudizio altrui, l’accettazione sociale.

Per affrontare la menopausa e tutti questi cambiamenti la floriterapia può essere un validissimo aiuto.

Vediamo quali possono essere i più indicati per sostenere la donna in questo delicato periodo:

  • Agrimony: utile per quelle donne che tendono a nascondere il loro tormento interiore dietro una maschera di apparente tranquillità, per paura di restare sole, di essere isolate e di non essere accettate. Da usare laddove si tende a compensare il malessere con le abbuffate di dolci.
  • Crab Apple: da assumersi laddove la donna non accetta i cambiamenti fisici derivanti dalla menopausa, le rughe, la pelle che avvizzisce, il corpo che muta, e vede con vergogna e pudicizia i temi legati alla sessualità
  • Honeysuckle: serve per la donna che è costantemente nostalgica per il “tempo che fu”, che si scopre a dire “quando ero giovane e bella” con malinconia e tristezza per ciò che non è più. Non accetta quindi la vecchiaia, rimpiange le occasioni perdute e tutto ciò che non è stato fatto o poteva andare diversamente. Tende a rassegnarsi nell’ “oramai è tardi” senza comprendere che così facendo si castra da sola.
  • Scleranthus: è il rimedio per l’instabilità dell’umore e della mancanza di equilibrio emotivo. Vi è alternanza di umore e mancanza di stabilità interiore.
  • Walnut: è il rimedio principe per sostenere i cambiamenti. Aumenta le difese interiori e sostiene contro le vampate di calore. Aiuta ad accettare e accompagnare il cambiamento invece di lottarci contro e a integrare il nuovo con il vecchio
  • Wild Oat: Il fiore è utile per chi prova una profonda insoddisfazione, sensazione di vuoto interiore, perché ancora alla ricerca del proprio posto nella vita, della propria strada.

Un aiuto ulteriore può arrivare dalle essenze australiane e californiane, meno conosciute ma assai efficaci:

  • Alpine Lily: fiore fondamentale per integrare il femminile dentro sé stessi
  • Fairy Lantern: il fiore di chi vuole restare “eterno fanciullo” e come tale non accetta i passaggi basilari dell’esistenza. Non accetta d’invecchiare
  • Hibiscus: ad aiuta ad aumentare il desiderio sessuale e la dimensione di Eros dentro sé stessi
  • Mariposa Lily: per portare a compimento la fase materna della vita o per la sindrome del nido vuoto. Utile anche per trasformare superstizioni e credenze profondamente radicate riguardo la menopausa ereditate dalla madre o dalla nonna.
  • Pomegranate: una delle essenze più importanti per la menopausa; aiuta le donne a ri-indirizzare le forze psichiche e fisiche della procreazione e riproduzione verso quelle della creatività dell’anima. È utile per poter sperimentare la menopausa come un processo positivo e naturale dell’identità del femminile.
  • Sagebrush: aiuta a vedere il senso di vuoto che molte donne provano durante la menopausa come un’esperienza positiva. Porta un senso interiore di quiete o “pausa”.
  • Scarlet Monkeyflower: utilissimo per le vampate aiuta a vederle nel loro significato di energia sessuale o rabbiosa represse
  • Yarrow: utile per l’ipersensibilità emotiva e per i sanguinamenti irregolari

DOTT.SSA CHIARA PICA

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