Nuovo anno, tempo di bilanci.
Piuttosto lo chiamerei un tempo in cui la maggior parte delle persone si crogiola nelle sue sciagure, nelle sue sfighe, si piange addosso pensando a cosa non è andato per il verso giusto, a cosa è andato storto. Questa imperante psicologia del pensiero negativo sta letteralmente spandendosi come un tumore che invade i tessuti corporei e non lascia scampo al respiro della positività.
In questa corsa folle a chi ha avuto l’anno più sfigato di tutti non fa altro che vedere persone che sono concentrate solo su ciò che è andato da far schifo e ignora totalmente il gran numero di cose che sono andate bene. Perché non esiste persona che nella sua vita faccia solo errori, che abbia solo sfighe, che abbia solo disgrazie, che non abbia talenti, che non abbia lati positivi. Piuttosto invece è pieno di persone che vedono solo gli errori che fanno senza considerare che tutti fanno errori, che la vita è anche errare; è pieno di persone che hanno sfighe e disgrazie ma ci restano impantanati senza vederle come occasioni di miglioramento e rafforzamento di sé; è pieno di persone a cui piace piangersi addosso, a cui piace usare la lamentela come modo per attirare l’attenzione ma che se poi gli si dà la chiave per migliorare attivamente la ignorano perché sono troppo timorosi di correre il rischio di cambiare, troppo attaccati al loro cliché vittimista; è pieno di persone che hanno capacità e talenti ma volutamente li ignorano e non li mettono a frutto per confermare a sé stessi di non valere nulla e potere così continuare a lamentarsi. È pieno di persone che si lamentano continuamente ma poi non fanno assolutamente nulla per guardare con sincerità dentro di sé, progredire, mettere impegno a cambiare, fare un cammino personale abbandonando vittimismi, lamentele e amenità simili. Di quanti autoinganni ci riempiamo non ne abbiamo nemmeno idea.
Paulo Coelho ci dice “Io non vivo né nel mio passato, né nel mio futuro. Possiedo soltanto il presente, ed è il presente che mi interessa. Se riuscirai a mantenerti sempre nel presente, sarai un uomo felice. La vita sarà una festa, un grande banchetto, perché è sempre e soltanto il momento che stiamo vivendo”
E ha ragione: il presente è l’unico tempo che hai e su cui puoi agire. Il passato è un tempo trascorso che non esiste più; il futuro è un tempo che deve ancora venire e che quindi non esiste. Passato e futuro sono due tempi che esistono solo nelle tue paure, nella tua immobilità, nelle tue catene interiori. Non ha senso sprecare energie inutili a pensare a cosa è stato, ai “se fossi stato”, “se avessi fatto”, “se non avessi”, perché sono tutte fandonie e baggianate che oramai non si possono cambiare. Fai tesoro dell’esperienza e non fare più ciò che credi che sia stato inutile. Così come non ha senso sprecare energie a dirsi “cosa succederà se”, “come andrà a finire se”, perché non è dato conoscere il futuro finché non diventa presente. Smettetela di auto ingannarvi con le fandonie che vi raccontate per confermarvi nei vostri schemi disfunzionali, perché così non avrete alcun aiuto, non solo da me ma dalla vita stessa e dalle persone che vi circondano.
Piangersi addosso, fare le vittime di un destino crudele serve solo a disperdere le tue energie in direzioni che non hanno più alcun senso: il destino non esiste, nessuno decide la nostra vita se non noi stessi.Come puoi vivere pienamente il presente, se sprechi le tue energie rimpiangendo il passato? Come puoi vivere pienamente il presente, se procedi con la gambe avanti ma lo sguardo indietro? Guideresti una macchina con gli occhi fissi nello specchio retrovisore? No, a meno che tu non voglia schiantarti contro un albero? E allora? Vuoi che la tua vita sia un enorme schianto? La vita è un viaggio e lo puoi fare solo se non guardi indietro. Ciò che è passato è passato, rimane dentro di te, va riletto in un’altra ottica, con gli occhi della mente, non col lo sguardo rivolto indietro.
Dunque adoperati per ciò che ancora può essere, non per quello che è stato o per quello che sarà. Rendi presente il cambiamento che vuoi vedere nel futuro. Se non ti impegni è perché qualcosa non vuole farti cambiare. Allora interrogati, chiediti cosa è e poi gettalo via, perché è un ostacolo al tuo progresso. Tutto ciò che vuole lasciarti nel tuo status quo disfunzionale è solo un ostacolo di cui liberarsi, che sia una persona o una situazione, non cambia. Liberatene e procedei, senza scuse. Ogni istante in cui ti preoccupi per il futuro o cedi all’autocommiserazione del passato, è un istante di serenità che sottrai al tuo presente. E il tempo perduto, è tempo perduto per sempre, non tornerà più uguale. Nel mio studio non voglio sentire gente che si piange addosso, perché non verrà ascoltata. Voglio gente che combatte per la sua vita, voglio gente che dà talmente tanto valore alla sua vita che non la getta alle ortiche di persone o situazioni che la calpestano. La tua vita è unica, sei unico e irripetibile, sei un insieme di geni che non si ripeterà mai uguale, un’anima che non sarà mai uguale a un’altra, una coscienza irripetibile. E allora hai il dovere, l’obbligo morale e umano, di dare compimento a questa unicità, che comprende i tuoi sogni, talenti, aspirazioni!!! Nessuno ha l’autorità o il diritto di calpestarla! A nessuno devi concedere questo potere! Sei un essere libero come gli uccelli del cielo, come un cavallo senza briglie devi correre nelle praterie, devi prendere i colori e dipingere la tela della tua esistenza, creare la melodia della tua vita, e non permettere a nessuno di aggiungere oscuri dettagli che tolgano bellezza al tuo dipinto e armonia al tuo suono.
Ciò che fai oggi è il seme che sboccerai nel domani. E se non agisci non semini dice Stephen Littleword
E se non semini non raccoglierai nulla. Io vi dico: raccoglierete quello che avrete seminato: se permettete che nel vostro campo venga seminato pessimismo e negatività è quello che raccoglierete; se coltiverete credenze depotenzianti è negatività quello che raccoglierete; se coltiverete l’idea che tutto andrà male allora di certo è così che sarà. La vostra vita è un campo, un giardino, un bosco: se seminate cose buone allora cose buone raccoglierete. Se credete che il vostro campo sia un bene da calpestare allora fate bene a non piantarci mai nulla, lasciatelo pure brullo e spoglio, perché tanto non sarete voi a raccogliere i frutti delle vostre fatiche: allora lasciatelo pure come è, ma non chiedetemi mai una mano ad arare un campo su cui non intendete seminare, perché io non aiuto l’incompiutezza. Io aiuto le persone a seminare e dare frutto, non a rimanere in un comodo quanto infruttuoso status quo.
Ora che sai tutto questo ed hai capito cosa fare, semplicemente fai e agisci. Se non lo fai significa che di te stesso non ti interessa nulla e che quindi la tua creazione è stata solo uno spreco di tempo per dio, madre natura, per chi credi tu. Smetti di tergiversare, procrastinare, rimandare, piangerti addosso, fare la vittima, indugiare, dubitare; la vita va avanti senza il vostro permesso, mentre voi state lì a indugiare intanto il tempo scorre. La vita va avanti con azioni concrete non con sterili elucubrazioni mentali che lasciano nell’inattivismo, e il modo migliore per ottenere ciò che desideri è che tu ti dia da fare in prima persona, perché ci sono persone che nel percorso vi potranno fare compagnia, ma mai potrete pretendere che qualcuno muova le gambe al vostro posto, me compresa. O pensate di voi stessi che siete esseri sciancati che non hanno gambe funzionanti su cui camminare? Non credo, io vi vedo camminare anche di corsa, nelle frenesie del quotidiano che mai lasciano spazio all’introspezione. E allora muovete le vostre gambe interiori, e andate a passo svelto verso ciò che volete e dentro voi stessi. Nessuno potrà mai aiutarti se tu per primo non vuoi davvero il cambiamento con ogni fibra de tuo essere. Io non faccio miracoli, non sono un guaritore che aiuta chi non vuole essere salvato. E la vita è molto meno clemente di me: fa passare treni, carrozze, diligenze, che non fanno più quella fermata: se non prendi certe occasioni non si sa se e quando ci sarà una nuova corsa; la vita non è una giostra dove partirà sempre un nuovo giro fino alla chiusura: mentre tu sei li è a rimuginare la strada sarà deserta e tu sarai solo nel tuo rimuginare e dopo si che avrai qualcosa di cui incolparti.
E allora smetti di accusare gli altri, le situazioni, il destino, della tua sofferenza: la sofferenza ce la creiamo da soli con le nostre mani: abbiamo tutti gli strumenti per cambiare le cose. Qualcuno ti fa soffrire? Liberatene! Il lavoro che fai ti dà solo frustrazioni e dolori? Cambialo! Il tuo partner ti maltratta e non ti capisce? Parlaci e se non ascolta scuoti la polvere dai tuoi calzari e vai oltre. Non esistono scuse, non esistono “ma”, “però” … chi mi dice ma e però e non troverà il mio ascolto. Vuoi qualcosa? Prenditela! Hai un sogno? Fai qualcosa di concreto per realizzarlo! Chi ti impedisce di essere felice? La felicità sta dentro e si può ottenere in vari modi. Se una strada che hai imboccato non ti porta alla felicità abbandonala, traversa il bosco in attesa di un altro sentiero e così via. Ma non esistono scuse, impedimento, ostacoli se non quelli che ci creiamo da soli. Chiediti: chi o cosa mi impedisce di essere felice? E quando ahi individuato cosa è liberatene! Ma agisci, non ci girare intorno al problema, sprechi solo energie che ti dovrebbero servire per procedere nel cammino.
Analizza il cammino che stai compiendo e chiediti se è davvero tuo o se è di qualcun altro: è forse dei tuoi genitori? Del tuo partner? Allora non è il tuo e devi cambiare strada. La vita ci appartiene, ne abbiamo libera e piena giurisdizione. Nessuno è investito dell’autorità per dirti cosa devi fare e come devi farlo. Prendi in mano la tua vita e modellala come una pasta di creta, dagli la forma che ti aggrada.
Analizza le voci che hai nella tua testa e chiediti di chi sono: sono le voci di tua madre che non fa altro che dirti che sei una nullità? Ignorale e falle tacere, nessuno può conoscere il tuo valore, solo te stesso. Sono le voci di tuo padre che ti vuole dentista mentre tu volevi fare l’agricoltore? Molla il tuo lavoro e vai a fare l’agricoltore. Nessuno ha giurisdizione in un territorio che non gli appartiene. Il sindaco di un comune ha forse giurisdizione su un altro? No, e così un genitore. Ignoralo e fai ciò che la tua aspirazione ti chiede. Sono le voci del tuo partner che ti chiede ti dice che il modo in cui imposti la tua vita fa schifo e che non ti sa gratificare di nulla? Bene, digli che è stato bello e che la tua vita la imposti come ti pare? È forse lui il sindaco del tuo comune? No non lo è, la vita di coppia è un viaggio, che non necessariamente deve durare una vita: se a un certo punto ci si accorge di aver sbagliato strada si è sempre in tempo a cambiarla. Eventuali figli capiranno, se glielo si sa spiegare col cuore e con l’empatia. Se a un certo punto non si condivide più quel percorso o si trova un odo per cambiarlo insieme o ci si saluta. Forzare un qualcosa in una forma che non gli è congeniale è solo uno spreco di energie.
Vedi quante energie sprechi per tenere qualcosa che non deve più essere? Per fare qualcosa che non ti appartiene? Per ascoltare voci che non sono le tue? Tantissime. E prima o poi il tuo psicosoma si ribellerà. Ecco gli attacchi di panico, ecco le ansie, ecco la depressione. E allora basta con le scuse, siamo noi stessi che ci attacchiamo alle ansie, alla depressione, al panico pur di non fare nulla per uscire dal pantano. Se preferisci rimanere nella tua melma pur di non correre il rischio di cambiare direzione allora non posso aiutarti, nessuno potrà aiutarti, resta dove sei ma non lamentarti a vuoto. Dì a te stesso: “sono un fallito, non per quello che mi capita, ma perché non riesco a cambiare strada e direzione e allontanarmi da quello che mi capita”. La vita è ingiusta con chiunque, è costellata di sfighe, disgrazie e problemi, a chi più e chi meno: il problema è quando non si vuol far nulla di costruttivo per affrontarle, oltre che piangersi addosso in modo improduttivo. In tal caso nessuno potrà far nulla per voi.
Le nostre credenze influenzano la nostra realtà perciò adoperati per cambiarle e agisci di conseguenza. Al bando quindi le frasi fatte del tipo “la vita ce l’ha con me”, “sono uno sfigato”, “non sono capace in nulla” perché a dirsi continuamente queste cose abominevoli si finirà per attrarle nella nostra vita secondo la profezia che si auto avvera. Appena vi vengono in mene simili amenità cambiatele subito in “la vita è piena di potenzialità che aspettano di essere colte”, “sono pieno di talenti da mettere a frutto”, “sono pieno di direzioni a cui dare compimento”. Non aiuterò mai nessuno a compiangersi delle sue inadempienze e a sguazzare nella melma del suo vittimismo.
Concludo con le mirabili parole di Leo Buscaglia: “A ridere c’è il rischio di apparire sciocchi; a piangere c’è il rischio di essere chiamati sentimentali; a stabilire un contatto con un altro c’è il rischio di farsi coinvolgere; a mostrare i propri sentimenti c’è il rischio di mostrare il vostro vero io; a esporre le vostre idee e i vostri sogni c’è il rischio d’essere chiamati ingenui; Ad amare c’è il rischio di non essere corrisposti; a vivere c’è il rischio di morire; a sperare c’è il rischio della disperazione e a tentare c’è il rischio del fallimento. Ma bisogna correre i rischi, perché il rischio più grande nella vita è quello di non rischiare nulla. La persona che non rischia nulla, non è nulla e non diviene nulla. Può evitare la sofferenza e l’angoscia, ma non può imparare a sentire e cambiare e progredire e amare e vivere. Incatenata alle sue certezze, è schiava. Ha rinunciato alla libertà. Solo la persona che rischia è veramente libera”
(Dott.ssa Chiara Pica)