C’è una famosa storia con la quale oggi voglio aprire questo articolo: un uomo trovò un uovo d’aquila e lo mise nel nido di una gallina della sua aia. Il pulcino di aquila crebbe con gli altri pulcini nati con lui. Passando tutta la sua vita con loro l’aquila si convinse di essere un pollo.
Così l’aquila visse e morì da pollo, perché era quello che pensava di essere.
Quindi facciamo un passetto indietro: perchè nella vita arrivano i momenti in cui ci sentiamo disorientati e persi?
Perchè per trovarsi bisogna prima perdersi: perdere cosa esattamente?
Tutti i nostri punti di riferimento impostati da altri, i desideri altrui, le credenze limitanti, i condizionamenti mentali.
Se non perdiamo tutto questo non ci sarà possibile ritrovarsi.
Crediamo, condizionati come siamo da una cultura dell’ELIMINARE IL SINTOMO, che l’unica cosa che dobbiamo fare per stare bene è eliminare ciò che turba i nostri equilibri faticosamente costruiti. FINTI equilibri, oserei dire, di vite altrettanto finte in quanto INAUTENTICHE.
Cosa vuol dire “vita inautentica”? E’ una vita NON ALLINEATA a ciò che siamo realmente, alla nostra autenticità. Sulla base di questa “finzione” costruiamo un’intera vita e crediamo che sia quella giusta per noi. Per poi accorgersi, a seguito di una crisi, che forse non era propriamente così.
Quei sintomi, malesseri, emozioni e disagi che vogliamo scacciare sono proprio la voce della nostra autenticità che smania per venire alla luce, per riemergere dai reconditi meandri dell’interiorità in cui l’abbiamo dimenticata.
Quando nasciamo il nostro seme contiene già in sé, in potenza, tutti i nostri talenti, risorse, potenzialità, “destini”.
Tuttavia quasi subito veniamo sradicati e trascinati dentro una serra dove invece di crescere armoniosamente veniamo “coltivati” per essere qualcosa di diverso.
Mano a mano ci dimentichiamo di chi siamo, di dove siamo diretti, della nostra missione e acquisiamo preferenze, obiettivi e atteggiamenti che ci vengono dati come concime.
La nostra giovane piantina quindi verrà innestata, inquinata da ciò che non ci appartiene. Ecco che così l’Ego va a sostituire l’Autenticità.
E così cercheremo di adeguarci, di conformarci a quell’ambiente e a quelle aspettative per essere accettati. Fino a quando un evento X (lutto, perdita, malattia ecc) innescherà una crisi esistenziale che ci costringerà a metterci in discussione.
Ma tutto questo può cambiare tramite un lavoro di consapevolezza nel quale ci si riappropria della propria autenticità e si riporta alla Luce ciò che si è dimenticato di sé.
Ecco perchè non insisto mai abbastanza sul fatto che il vero problema non è il sintomo, il malessere, l’emozione disturbante X o Y. Questi sono solo dei messaggeri incaricati dal Sè Superiore di ricondurre all’ovile ciò che si era smarriti. Il nostro Sè ci vuole integri, completi, allineati in tutto e per tutto alla nostra autenticità; senza scossoni on ci risvegliamo dal torpore.
È 𝐃𝐀𝐕𝐕𝐄𝐑𝐎 𝐐𝐔𝐄𝐒𝐓𝐀 𝐋𝐀 𝐓𝐔𝐀 𝐕𝐈𝐓𝐀?
Ti sei mai fatto questa domanda? Ti sei mai chiesto se la vita che stai vivendo TI APPARTIENE? Ti sei mai chiesto se è A TUA IMMAGINE E MISURA?
Anthony de Mello di che “𝑺𝒑𝒊𝒓𝒊𝒕𝒖𝒂𝒍𝒊𝒕à 𝒔𝒊𝒈𝒏𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂 𝒓𝒊𝒔𝒗𝒆𝒈𝒍𝒊𝒐. 𝑳𝒂 𝒎𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐𝒓 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒆, 𝒑𝒖𝒓 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒂𝒑𝒆𝒏𝒅𝒐𝒍𝒐, 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒂𝒅𝒅𝒐𝒓𝒎𝒆𝒏𝒕𝒂𝒕𝒆”
𝗘𝗯𝗯𝗲𝗻𝗲, 𝗿𝗶𝘀𝘃𝗲𝗴𝗹𝗶𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗱𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗮 è 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗰𝗮𝗺𝗺𝗶𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗘𝘃𝗼𝗹𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗜𝗻𝘁𝗲𝗿𝗶𝗼𝗿𝗲 𝗲𝗱 è 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗶𝘂𝘁𝗼 𝗮 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗼.
Andiamo oltre al mero concetto di “terapia”: non c’è proprio un bel niente da curare, nessun sintomo da eliminare, nessun difetto da togliere.
C’è da risvegliarsi.
Viviamo addormentati dentro una ipnosi collettiva che ci fa credere che la vita sia una sorta di lista della spesa (“prima mi laureo, poi mi sposo, poi compro casa, faccio due figli…”) 𝗺𝗮 𝗶𝗻 𝗻𝗼𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝗼𝘀𝗮 𝘀𝗶 𝗿𝗶𝗯𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗲 𝗰𝗶 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗾𝘂𝗲𝗶 𝗺𝗮𝗹𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗶, 𝘀𝗶𝗻𝘁𝗼𝗺𝗶 𝗲 𝗱𝗶𝘀𝗮𝗴𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝘀𝗶𝗰𝗼𝘁𝗲𝗿𝗮𝗽𝗶𝗮 𝗽𝗿𝗲𝘁𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗱𝗶 𝗲𝘀𝘁𝗶𝗿𝗽𝗮𝗿𝗲.
Io mi rifiuto di azzittire la voce dell’anima, anzi sono qui a farvela sentire ancora più forte se necessario. Finchè non lo farete continuerete a dormire.
Vivere non è questo: non è sbarcare il lunario o adeguarsi a programmi di vita preimpostati, non è vivere per lavorare o per essere macchine produttrici in una catena di montaggio.
𝗜𝗼 𝗹𝗮 𝗺𝗶𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗺𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗰𝗿𝗲𝗮𝘁𝗮 𝗲𝘀𝗮𝘁𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘃𝗼𝗹𝗲𝘃𝗼: senza capi sopra di me, senza nessuno che mi imponesse qualcosa. L’ho pensata, concepita, immaginata e creata. Se l’ho fatto io lo puoi fare anche tu.
Esci dalla catena di montaggio: risvegliati, reagisci, assumiti la responsabilità di creare la tua vita a tua immagine!
Se farai questo ecco che disagi, sintomi e malesseri svaniranno da soli.
Un giorno chiesi a un ragazzo che veniva da me:
“Se tu immagini un futuro dove ti senti realizzato, pienamente e totalmente, cosa vedi nel tuo futuro?”
“mmm … di getto mi viene l’immagine di me che faccio l’artista di strada… però io non so cantare, suonare, ballare, disegnare… mah, come potrei farlo?? E poi…che cosa penserebbe la mia famiglia…sembrerei un buffone”
“Se ti è venuto questo significa che la tua parte profonda sa farlo”
Spesso ci fissiamo su un cammino che non ci appartiene mentre perdiamo il nostro solo perchè ci vediamo coi nostri soliti occhi. Tu sei qui per imparare a cambiare occhi, sguardo, toglierti le lenti deformanti attraverso cui ti sei guardato fin’ora, delle aspettative familiari, dei “si deve”, dei “vorrei ma non posso”. La magia vera è saper fare delle cose senza averle imparate perchè sono i nostri talenti originari e li lasci emergere senza fatica
Siamo tutti aquile nascoste dentro a dei pollai. Razzoliamo e sbattiamo le ali credendo che quello sia il nostro destino solo perché un bel giorno qualcuno ci ha messo lì. Ma è il giunto il momento di invertire la rotta.
𝗦𝗰𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘁𝘂𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮: 𝘀𝗲 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗼𝘃𝗲 𝘁𝗶 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗺𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗼 𝗲𝗹𝗲𝘃𝗮𝗿𝘁𝗶 𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼 𝗶𝗹 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲
(dott.ssa Chiara Pica)