Quando il desiderio va in letargo cosa fare

Tra gli addetti ai lavori nel sostegno psicologico alle coppie e nella letteratura scientifica, ma anche scambiando dialoghi con amici e conoscenti, notizie sui giornali ecc, si sente spesso dire che dopo un certo tempo nel ciclo vitale della coppia il desiderio cala drasticamente. Dopo un periodo iniziale in cui magari l’attività era frequente ed entusiasmante si vede come uno dei due partner inizi ad avere meno voglia e bisogno di scambi sessuali. Bisogna innanzitutto tenere presenti alcuni aspetti: per prima cosa non esiste una ricetta univoca che vada bene per tutte le relazioni e secondariamente bisogna considerare che la coppia attraversa alcune fasi fisiologiche di evoluzione, anche se non sempre esse sono uguali per tutti. Quando si decide di affrontare una convivenza generalmente si è già effettuato il passaggio dall’innamoramento all’amore, cioè una fase in cui aumentano gli aspetti dell’affettività, del gestire le cose insieme, del progettare ecc… e in cui diminuisce il potere dell’aspetto erotico – passionale, anche se non è affatto detto che ciò avvenga, dato che la fase dell’amore vero non è così banale e scontata come può sembrare. È chiaro che in una intesa perfetta si dovrebbe riuscire a bilanciare tutti questi aspetti senza far venire meno la passionalità, ma purtroppo molte persone, prese dallo stress della gestione del quotidiano, arrivano a sera che a tutto pensano tranne che a godere del proprio partner attraverso una sana attività sessuale: magari ci si butta uno in poltrona e l’altro al PC, per finire entrambi addormentati nel giro di un’oretta. E magari col tempo questi episodi da isolati diventano routine, andando a incidere profondamente nell’equilibrio affettivo – sessuale della coppia. Da queste prime osservazioni si imparano già due cose fondamentali:

La prima è che bisogna tenere conto delle naturali trasformazioni di una coppia: dalla fase passionale tipica del primo periodo dell’innamoramento, il desiderio si trasforma pur mantenendo la sua connotazione sessuale: può diventare più soffuso, meno impetuoso, meno “istintuale”, e in tal senso rischia di non essere riconosciuto come tale. Il difficile compito della coppia è proprio quello di stare al passo con queste trasformazioni, cercando di cogliere insieme le diverse espressioni del desiderio, piuttosto che scegliere il ritiro totale. Cioè, bisogna imparare che anche dalle coccole può nascere lo stimolo per scivolare in un piacevole rapporto sessuale, che può diventare tanto impetuoso quanto dolce a seconda dei casi.

La seconda cosa è che si deve fare di tutto per non cadere schiavi della routine. Innanzitutto stando attenti alla divisione degli spazi. È necessario infatti creare un giusto equilibrio tra i momenti in cui ognuno vuole fare le sue cose e momenti in cui si fa qualcosa insieme: guardare un film, fare un gioco, occuparsi di una qualche attività insieme. È infatti da questi momenti comuni che si può dar vita all’occasione per quella attenzioni affettivo – sessuali che possono innescare la reazione giusta. Ma non è detto che, anche nei momenti in cui ognuno si dedica alle sue cose, non si possa accendere la scintilla. L’elemento della sorpresa infatti è uno degli aspetti fondamentali che spezzano le routine: ad esempio, mentre lui è impegnato in un lavoro non è detto che non si possa presentarsi a lui con una qualche sorpresa che risvegli l’eros. La routine si può spezzare in tantissimi modi, non c’è che da sbizzarrirsi: un completino intimo carino, un massaggio rilassante all’improvviso, le coccole, preparare un bagno a sorpresa, il mettere in atto una fantasia sessuale alla quale si sta pensando. Insomma c’è solo che da dargli spazio a questa fantasia. E inoltre anche la routine settimanale va spezzata: se si tende a stare sempre in casa o a dedicarsi ognuno a uscite in singolo è necessario creare occasioni settimanali in cui si pensa a curarsi come coppia: un cinema, una cena, un’uscita, un weekend ogni tanto lontano dai problemi del quotidiano. Insomma, in media stat virtus e quindi ci vuole sempre un giusto mezzo tra il pensare al singolo e il pensare a curare gli spazi comuni, per non rischiare di scivolare o nel distacco o nella fusione.

Cosa fare e come comportarsi se, nonostante tutto, si incorre nel problema del calo del desiderio verso il partner? La prima e fondamentale regola è una: non lasciarsi invadere da scoraggiamento, paranoie, timori, paure, perché sono tutti sentimenti negativi che vanno a inquinare la situazione e la capacità di reagire in modo adeguato. Cosa fare allora?

Innanzitutto è necessario affrontare apertamente l’argomento. Il dialogo in una coppia è fondamentale. Non dirsi le cose per paura è molto peggio che dirle, perché dicendole si possono vedere per quello che sono, posto che si parli con onestà, mentre se il problema è taciuto crescono le supposizioni e i fraintendimenti. Questo anche perché ai silenzi su questo argomento consegue quasi sempre un raffreddamento affettivo: si cerca di evitare le situazioni di dolcezze e coccole, la vicinanza fisica, perché si teme che possa sfociare in un rapporto sessuale che non si vuole. Parlandone apertamente invece si può tentare di ridimensionare la cosa e di capire i motivi che stanno dietro alla situazione.

Spesso in queste situazioni inizia ad aleggiare una sottile ma penetrante paura che, se non discussa, può seriamente compromettere la possibilità di recupero. E cioè che non è vero che se non desidero più il mio partner significa che non sono più innamorato: spesso il calo del desiderio la fa da padrone, e diventa la lente d’ingrandimento attraverso la quale intravedere la fine del rapporto. È fondamentale in questi casi soffermarsi anche sull’importanza degli altri aspetti della coppia, per verificare se e quanto il calo del desiderio sia un segnale del progressivo disinvestimento dalla relazione, oppure se questi altri aspetti possono aiutare nella ricostruzione del rapporto. Purtroppo si tende a ignorare il fatto che noi non siamo, né come singoli né come coppia, esseri a sé stanti e staccati da un contesto. In realtà sia noi che la sessualità sono largamente influenzati dallo stile di vita che conduciamo: se sono preoccupato per il lavoro, se ho dei timori per la salute personale o di persone care, se i figli creano delle ansie, non posso pensare che la sessualità e quindi il desiderio siano indenni da queste preoccupazioni. L’essere umano è un organismo biopsicosociale complesso, un disequilibrio in un campo si porta dietro inevitabilmente una necessità di riassestamento globale, il “sintomo” calo del desiderio va visto anche in questo senso. Quindi analizzare questo stile di vita è fondamentale per capire se il problema risiede in esso o in un reale calo dell’amore verso il partner ed esso va analizzato sia a livello di vita di coppia che di vita in generale. È evidente, ad esempio, che se ci sono grosse tensioni sul lavoro o se è presente un problema di salute ciò si ripercuoterà sulla vita sessuale. Così come è evidente che se la vita di coppia è mal gestita, se è spenta, se non ci sono più spazi comuni di comunicazione ed espressione, o se viceversa si vive in simbiosi perdendo sé stessi, allora siamo sicuramente di fronte a un problema. Dire “Io oggi sono così” è sbagliato: è preferibile dirsi “Lo stile di vita mi ha portato a sentirmi così”. Dato che le parole che ci diciamo creano le situazioni allora è bene non usare un’impostazione diversa che apre delle possibilità altrimenti precluse, perché solo un consapevole cambiamento della routine nella quale si vive può modificare l’idea che si ha di sé stessi e della coppia.

Altro elemento da tenere presente è che tutti gli aspetti riguardanti la sessualità hanno a che fare col rapporto che abbiamo con noi stessi: l’autostima, l’educazione ricevuta, le proprie credenze, i propri vissuti, le relazioni familiari ed extrafamiliari. Se qualcosa in queste sfere non va è chiaro che anche la vita sessuale ne risentirà notevolmente.

Infine, è evidente che potrebbe anche darsi il caso di un reale calo di sentimento verso il partner: esso però va preso in considerazione solo dopo aver analizzato ed escluso tutte le possibili cause esposte sopra, perché sarebbe un peccato dover rovinare una storia che ha delle potenzialità solo perché non si vogliono riconoscere e affrontare le cause reali. A volte è molto più facile fuggire e negare il sentimento piuttosto che dover affrontare le situazioni difficili perciò è bene essere onesti con sé stessi e con il partner ma spesso questo lo si può essere solo dopo un’attenta analisi della situazione, che a volte, quando la crisi è esplosa, riesce difficile. Quando ci si sente così confusi e disorientati, e non si riescono a trovare risorse e vie di uscita è bene rivolgersi a uno psicologo che possa aiutare dall’esterno a dare una lettura obiettiva delle dinamiche personali e relazionali in gioco.

DOTT.SSA CHIARA PICA

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