SEI VERAMENTE LIBERO?

Oggi, ricontrollando i file di una mia paziente, mi è venuto in mente un interessante parallelismo.

Mi riferisco a una ragazza a cui non è stato “permesso” di vivere la sua adolescenza. Doveva essere perennemente sotto l’occhio di una madre ansiosa e controllante, che andava in tilt ogni volta che la figlia le sfuggiva dallo sguardo. Poteva “sparire” solo per far incombenze domestiche, fare la spesa all’alimentari sotto casa (pur avendo 10 anni) e altre piccole commissioni.

Nascondere le emozioni: micro espressioni e comunicazione non verbale

L’adolescenza invece è un nascondersi; è chiudere la porta di camera a chiave; è scrivere le cose sul diario invece di dirle ai genitori; è fare scena muta a tavola alle solite noiose domande prive di “sostanza”; è avere un confidente diverso dalla famiglia, è iniziare a ribellarsi al “potere costituito”, fare esperienze in autonomia, dire le prime bugie.

Ebbene, alcune mamme mi dicono “ma ad oggi non si può non controllare, coi pericoli della rete, il cyberbullismo ecc ecc”. Certo, è una società malata, in corsa verso un baratro di degrado a cui essa stessa, quindi tutti noi, abbiamo contribuito.

Ovvero un sociale morto, spento, privo di valori, il cui unico scopo è mostrare una fetta in più di corpo sui social (e al mare!), fare la gara a chi si piglia più like, a chi ha fatto le cose più “fighe”, per sentire così di avere un qualsivoglia potere sulla propria esistenza.

Era dell'alienazione sociale e connessioni virtuali: Internet Paradox e vita off-line – Dr.ssa Santabarbara_Studio di Psicologia Neuropsicologia Clinica e Psicodiagnosi

Ma ahimè, tutto questo col vero potere non ha niente a che vedere. C’è invece mancanza di polso su qualsiasi fronte: i cosiddetti “pericoli” da cui quella mamma cercava di difendere la figlia dell’esempio di cui sopra non erano quelli di oggi, eppure l’iperprotezione c’era ugualmente.

Si assiste ad estremi schizoidi di genitori iperpreoccupati che tentano di “vietare”, invano, questo e quello, fino a genitori completamente lassisti che invece non sanno dare uno straccio di regola che sia una. Si vieta quel che si dovrebbe concedere e si lascia fare su ciò che si dovrebbe vietare. Manca quel sano equilibrio tra regola e concessione dal quale deriva la vera libertà, non la ribellione fine a sé stessa di tanti adolescenti di oggi.

Il risultato è un sociale disperso, caotico, scomposto, privo di slancio, di sogni, di ideali, uno smarrimento esistenziale che porta ad attaccarsi solo al plauso esterno e all’approvazione altrui, raggiunta la quale si crede di essere più o meno a posto.

In un tempo in cui ogni cosa propria è messa in piazza senza nessun ritegno i confini tra noi e il “mondo” diventano labili.
Viviamo nella brama di essere visti, di ricevere approvazione e riconoscimento e una manciata di like ci fa sentire che tutto sommato valiamo e siamo “a posto”.
Cosa voglia invece dire restare discosti, intimi a noi stessi, celati nell’ombra non si sa neanche più cosa voglia dire. Le nostre identità singole si fondono con una massa informe che ingloba e fagocita la nostra essenza senza pietà.
Solo nel segreto e nel nascondimento si può ritrovare sè stessi, solo nel silenzio si può ascoltare la propria voce

Alienazione e soli(sti)tudine | Passion&Linguaggi

Un sociale dove si crede di essere liberi, dove ci si fa “intortare” da moduli della privacy ma dove questa stessa privacy viene costantemente violata dai social, dai call center che scovano ovunque il tuo numero, dove tutti sanno tutto di chiunque senza sforzo e fatica, e dove quel sano “nascondersi” che invece l’adolescente sanamente inizia a mettere in atto viene poi completamente snaturato e violato nel suo significato evolutivo.

Una finta libertà quindi, dove il processo di INDIVIDUAZIONE di Junghiana memoria ha completamente fallito nel suo intento, dove si crede di essere padroni della propria vita e invece si è sempre più schiavi di un sistema e dove da soli non si sa fare più niente, e quella “mamma controllante” è ora un sistema che allunga i sui tentacoli sempre più in profondità.

Franz Kafka: Metafore dell'Alienazione nella Burocrazia Moderna

Bisogna riprendere quel cammino interrotto del “sano nascondimento”: bisogna tornare a nascondersi da occhi sempre troppo vigili, dal grande sguardo di Matrix sempre puntato su di noi, per divenire liberi e capaci di essere, liberi e capaci di fare, liberi e capaci di pensare, non frutto di una sterile e rabbiosa ribellione ma bensì di un’autenticità conquistata con impegno e fatica laddove il nostro sociale si adopera ormai da anni per negarcela. E il perché lo fa lo lascio come libera riflessione a voi.

(dott.ssa Chiara Pica)

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